Ci sono tanti modi per viaggiare. Con il corpo, e con la mente. Con gli occhi o con la fantasia. Ma alcune
volte dobbiamo essere bravai a viaggiare ancora prima col pensiero. Viaggiare non è solo muoversi nello
spazio da un posto all’altro, ma significa soprattutto fare qualcosa di nuovo che ci renda miglio. Per questo
ora più che mai dobbiamo iniziare a viaggiare, trasportarci nel tempo, e decidere dove vogliamo andare.
Ultreia, dicono a Santiago. Andiamo Oltre.
Non c’è niente di più giusto da fare ora: andare oltre. Voler tornare a due mesi fa sarebbe la cosa più
stupida a cui potremmo pensare, visto che è proprio ciò che noi chiamavamo “normalità” ad averci portato
dove siamo ora. E quando uno si accorge di aver sbagliato strada, se non è completamente rincoglionito ne
prende un’altra. Anche se ancora non la conosce.
Ultreia. Andiamo oltre.
Smettiamo di iniziare i nostri propositi con le parole “torneremo” e “ricominceremo”. Dobbiamo guardare
al passato solo per ispirarci a costruire il futuro. Perché se quando cammini vuoi arrivare da qualche parte è
davanti che devi guardare, non indietro.
Ultreia. Andiamo oltre.
Guardare al nuovo ed essere pronti a cambiare. Che non significa aspettare che da domani qualcuno ci dica
di fare cose diverse: il cambiamento non arriva da fuori, ma inizia da dentro. Cambiare significa prima di
tutto guardare verso noi stessi con occhi diversi. Capire chi siamo per il mondo, quali sono le nostre
aspirazioni, e soprattutto di cosa possiamo fare a meno. Perché cambiare, la maggior parte delle volte,
significa semplicemente togliere.
Ultreia. Andiamo oltre.
Guardiamo l’opportunità. Quella di fermarsi, osservare, capire, e schiacciare il tasto reset. Non capita tutti i
giorni.
E poi alla fine, se c’è uno scopo per cui gli esseri umani sono sulla Terra, è proprio quello di cambiare.
Se no che cazzo siamo “scesi” a fare.
E allora avanti. Andiamo oltre.
Ultreia, come dicono a Santiago.
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