Avevano denunciato di essere stati fermati da una pattuglia della polizia stradale mentre portavano la figlia di otto anni a un controllo post-trapianto e di essere stati multati sull’Aurelia, poco prima di Livorno, per aver violato le disposizioni sulle misure di contenimento per l’emergenza sanitaria da coronavirus: troppo lontani da casa e troppi in auto. Ora, a meno di 24 ore dalla denuncia, per la famiglia di Grosseto (mamma, papà e due bambini, tra cui la piccola di otto anni), è arrivato il lieto fine: dietrofront, la multa sarà annullata. Ad annunciarlo, è stato il papà della bambina che, in un post su Facebook, ha raccontato di aver ricevuto questa mattina alcune telefonate da dirigenti della Polstrada e della Polizia che si sono scusati per quanto accaduto, annunciando l’impegno a ritirare la sanzione.
“C’è stato solo un errore di valutazione degli agenti che ci hanno fermato sono uomini e donne, come tutti possono sbagliare” ha aggiunto poi il papà, sollevato per il buon esito della vicenda. Ieri l’uomo aveva raccontato di essere in cassa integrazione e di aver riscosso questo mese solo 590 euro: “Quasi quanto la multa”, aveva specificato.
La polstrada fa arrivare le sue scuse alla famiglia. “Il più profondo rammarico, per l’increscioso episodio, nella speranza che questo errore non faccia venir meno la fiducia nel nostro operato”, è stato espresso dal dirigente del compartimento polizia stradale della Toscana alla famiglia della bambina trapiantata, multata dopo essere stata fermata vicino a Livorno durante il viaggio per andare da Grosseto a Pisa per una visita di controllo a cui doveva sottoporsi la piccola. Come già anticipato dal padre della bambina, il dirigente ha comunicato alla famiglia che sono state “già avviate le procedure per chiedere alla competente prefettura l’annullamento del verbale”.
La pattuglia della polizia stradale di Livorno che aveva multato i genitori della bambina, aveva verbalizzato che a bordo dell’auto viaggiavano la piccola, padre, madre e un altro figlio, contestando la violazione delle prescrizioni anti diffusione del Covid, ritenendo che lo spostamento della donna non fosse giustificato. “Dall’esame degli atti acquisiti per verificare la circostanza, risultavano, invece, assolutamente sussistenti – spiega oggi la polizia stradale – le oggettive condizioni che consentivano anche alla mamma di accompagnare la sua bambina, tenuto conto degli oggettivi motivi di salute e dell’esigenza di badare anche all’altro figlio minore”.
La vicenda personale della bimba era nota in Maremma già dall’estate 2019, quando partì una catena di solidarietà, con una raccolta fondi e concerti per sostenere la famiglia nelle cure. La bambina venne curata al reparto di ematologia oncologica di Pisa, dove ha affrontato un trapianto di midollo osseo. Adesso sta svolgendo la convalescenza per guarire definitivamente e le visite di controllo fanno parte del percorso che deve seguire.
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