Hi Everybody,
Mi chiamo Adriano ed anche se in Russia credono che io abbia ancora 28 anni, in realta’ ne ho oramai 38.
Ho conosciuto la mia attuale compagna, Yuliia, in spagna, nel 2014. In quel periodo ero a Cartagena per fare la mai tesi di Master; sotto questo aspetto preferirei non ricordare.
Lei e’ di origine Ukraina, ma come poi mi racconto’, stava gia’ da qualche anno in Spagna lavorando (facendo i soliti orridi lavori che ti toccano da migrante), per riavvicinarsi ai suoi genitori che erano li’ oramai da vari anni. Ricordo che la vidi la palestra la prima volta, con la faccia imbronciata e nervosa. Quando la vidi la prima volta, lo so bene che e’ una frase fatta, ma realmente sorrisi e dissi a me stesso “e’ la mia compagna”.
Continuavamo a scambiarci qualche occhiata di tanto in tanto, ma la sua faccia era perennemente nervosa. Io ancora non lo sapevo, ma la causa era un suo amico piu’ giovane, un Ukraino con
seri problemi sociali, che si comportava in modo aggressivo con chiunque le si avvicinasse.
E lei si infuriava.
Giustamente.
Lui era piuttosto cafone, sinceramente, e non voleva ascoltarla.
Ci misi un po’ di tempo a capire la situazione per poi prendere coraggio per avvicinarmi. Un giorno che si stava ammazzando sulla bench press decisi di approfittarne. Il suo amico si infurio’ ovviamente. Dovetti sparire per un periodo, per qualche mese, in Italia. Ricordo solo che al mio ritorno pensai “spero di non averla persa”. La rividi, lei mi saluto’ e capii che si ricordava di me, a quel punto mi dissi “devo invitarla”.
Piu’ o meno la scena fu’ :
“bla bla se vuoi potremmo uscire a prendere una birra, se ti va”
lei “mmh”
io subito terrorizzato “o anche solo un caffe’, senza problemi”
lei “si’,magari…”
io “ ma solo se ti va, non preoccuparti” mentre pensavo “vabbe’ ora mi manda a scaricare di sicuro” lei “ok”
io “no davvero senza disturbo, quando vuoi”
e lei insistendo “ no ho detto va bene”.
Ci misi un attimo a riprendermi dalla sorpresa ed uscimmo.
Dopo un mese sono finito a vivere con lei ed i suoi genitori in Spagna, mentre facevo avanti ed indietro dall’Italia per aiutare la mia famiglia. Poi mi accettarono ad un PhD a Praga e lei, dopo 3 mesi, mi raggiunse.
Ne fui felicissimo, iniziammo la nostra prima convivenza soli. Fu difficile perche’ lei non trovava lavoro, Praga e’ una citta’ chiusa, ed il mio dottorato era malpagato ed insoddisfacente. Inoltre, avevo sempre una situazione tremenda in Italia ad aspettarmi.
Lasciai quel dottorato. Tornai in Italia, un corso di AI aziendale, poi lavoro a Milano. Lei venne con me.
Finimmo per la strada e dormimmo per quasi 3 settimane a casa di amici. Milano e’ una citta’ anti-sociale di cui ho pessimi ricordi, e vista la difficolta’ a trovare casa per una coppia, tornammo a Mantova, litigammo con la mia famiglia, trovammo una casetta e ricominciammo a vivere assieme. Fu’ lavorativamente un periodo folle, delirante e con 5 ore di viaggio al giorno, solo per arrivare al termine del contratto.
E’ una storia lunga, ma mi liquidarono anzitempo dandomi il dovuto, fortunatamente. Ricercai lavoro ed andai a Firenze. Andammo a vivere li’ mentre io cercavo di mettere da parte il mio sogno di fare un PhD.
Lei, e solo lei (con i suoi genitori) ha sempre creduto in me. Sempre. Nonostante tutto e tutti rifiuti ricevuti continuai a fare colloqui. Un giorno a febbraio ne feci uno a Mosca, lei e’ Ukraina quindi non fu entusiasta della cosa, ma io le dissi “figurati se mi chiamano!. Quattro mesi dopo con l’azienda in crisi ricevetti una telefonata da Mosca: ero stato candidato.
Partimmo per Mosca.
Attualmente sono li’, un sacco di altre avventure e follie, ma dopo di quelle
decidemmo di mandare tutto e tutti a quel paese e che volevamo un figlio anche se non le venne
riconosciuta la copertura sanitaria. Che in ogni caso sarebbe stata molto cara.
Decidemmo che questa volta sarebbero stati gli altri a scendere a compromessi con il nostro desiderio.
Ora stiamo aspettando un pazzerello che si anima ogni volta che lei mangia pizza o crepes alla ricotta.
Nascera’ in Spagna, dai suoi, io andro’ da loro, e per un po’ mi dovro’ abituare a volare avanti ed indietro, mentre andiamo avanti con i progetti di PhD.
Di Adriano Macarone Palmieri
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