LO SPAZIO PER IL FIGLIO
A cura di Elisabetta D’Amico, Tecla Cappellucci, Francesca Mascio, Eliana Tenace.
Gruppo Romano di Consultazione e Psicoterapia
Immaginiamo una storia …
… una ragazza inizia la gravidanza e è costretta più volte a ricoverarsi
d’urgenza per sbalzi di pressione che sfociano in una gestosi gravidica. La
ragazza si ribella e rifiuta la degenza che le è prescritta, “mi sento costretta,
in carcere contro la mia volontà, penso alla mia libertà … voglio fumare”.
Con la complicità del marito, ignaro della gravità, entra ed esce dall’ospedale,
fin quando viene fermata dal padre che dice: “Lo volete far nascere o no
questo bambino?”
Il bambino nasce sanissimo e le sue esigenze non tardano a farsi sentire.
Quante volte è successo che una coppia di genitori raccontasse del concepimento
del loro “bimbo” a distanza di pochi mesi dalla loro conoscenza.
Quante volte è successo che un papà e una mamma arrivassero dallo
psicoterapeuta, arrabbiati, perché il loro amore era scomparso improvvisamente,
lasciando spazio alla rabbia e alla recriminazione.
Quante volte.
Succede che il bambino diventi il luogo privilegiato di scontro già durante la
gravidanza, anche per la scelta del nome.
Quante volte.
Il progetto di un figlio sì, un progetto, ma a volte accade troppo presto.
“aspetto un bambino!”
La felicità ma anche quel senso di inquietudine, a volte di paura, per qualcosa
che sta accadendo e di cui non se ne sa nulla e, quindi, tanto temuto che non ne
parlo; il sogno deve continuare.
Sì, è vero, le amiche e gli amici si stringono attorno … che fico!!!!
La coppia si chiede come la prenderanno i futuri nonni, che sono ancora giovani, se
li aiuteranno … ci aiuteranno? Ma certo!
La ricerca di una casa ma i soldi non bastano mai, i miei sogni di diventare…
quel lavoretto la sera e intanto mamma e papà accolgono in casa loro. La stanza
che accoglieva il figlio, che una manciata di anni prima era un adolescente, ora
accoglierà la giovane coppia in attesa.
I genitori dei neo-genitori sono contenti, finalmente avranno un nipotino,
finalmente potranno rivivere quella sensazione inebriante di un bimbo piccolo che
li farà ancora sentire vivi.
Le responsabilità …. Troppo presto per tutto e tutti!
Tutto è troppo per una coppia troppo giovane e non in senso anagrafico.
Il bimbo, tranquillo dentro la madre, sente il suo cuore che sobbalza al pensiero di
andare, di separarsi dalla sua casa di ragazza, e il papà la guarda disorientato …
inizia il cambiamento, ma non è solo il corpo che cambia … emergono le prime
esigenze, di lei, di lui … quello che non avevano visto dell’uno e dell’altro … le
differenze!
Quello che io porto nella nuova casa e quello che porti tu.
La neo-coppia si confronta e c’è un piccolino.
Il confronto può essere a più livelli, ma quando è ‘così troppo’ presto e, soprattutto,
improvviso, le cose si confondono e l’Io e il Tu diventano un bagaglio caotico. La
mia storia di figlia, la mia storia di figlio, la mia mamma e il mio papà, i nonni,
tutti i vissuti che sono in noi, e che fino a quel momento erano rimasti in un angolo
della nostra mente, emergono sia a livello consapevole che inconsapevole.
Intanto il bimbo cresce nella mamma.
Ognuno di noi, a prescindere dall’età anagrafica, porta nella coppia il proprio
bagaglio, ma a volte questo bagaglio non è ancora pronto per essere trasportato,
guardato e riguardato insieme e, quando nasce un figlio, se il bagaglio nuovo non è
ancora completo almeno un po’, nascono dissapori, incomprensioni e litigi … il
bimbo diventa un peso difficile da sostenere.
La fantasia di entrambi, di un genitore tutto per sè, ideale di un sè bambino, si
sgretola quando entra nella vita della coppia il terzo: il figlio reclama a gran voce il
suo spazio.
Quante volte, dopo aver tentato di parlare con amici, genitori, conoscenti, arriva
una voce quasi impercettibile che dice loro: fatevi aiutare, andate da uno
psicologo.
E allora uno dei due, più spesso la mamma, telefona e chiede un appuntamento …
ma subito … l’ansia, e soprattutto la paura, diventano pressanti … vorrebbe che
tutto si aggiustasse e che tutto tornasse come prima, quasi magicamente, come
quando si sono conosciuti, come quando sono andati in quel certo posto al mare,
quando erano in tenda e la sera cantavano a squarciagola come se non ci fosse un
domani.
Lo spazio psicoterapeutico di coppia, in questi casi, diventa lo spazio in cui poter
crescere e recuperare quegli aspetti di sé non ancora risolti; uno spazio in cui il
genitore, in coppia e anche individualmente, possa liberamente pensare a sé e
confrontarsi con le sue difficoltà ancora non risolte, accoglierle. Lo psicoterapeuta,
in tal senso, avvia insieme ai genitori un percorso che faciliti il chiarire, per
riconoscere e ritrovare in sé quelle risorse che ognuno di noi possiede, ma che non
sono ancora conosciute a noi stessi, e avvia quel processo trasformativo in cui il
figlio possa trovare cittadinanza.
Sono i genitori che creano LO SPAZIO per il FIGLIO.
Elisabetta D’Amico
Gruppo Romano di Consultazione e Psicoterapia
g.r.consultazionepsicoterapia@gmail.com
00 39 351 6885663
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