C’è un luogo magico nel cuore dell’Italia. La prima volta che la piana di Castelluccio si è presentata alla mia
vista, mi sono chiesto come potevo non aver mai sentito parlare di un luogo così meraviglioso. Siamo in
Umbria, in provincia di Perugia, ed esattamente nel comune di Norcia. Guardando la cartina dell’Italia,
questa è la zona dove confluiscono ben quattro regioni: qualche km più a sud Lazio e Marche si danno un
bacio furtivo; testimoni di questo scambio d’amore, Umbria da una parte e Abruzzo dall’altra.
Sono stato a Norcia pochi giorni dopo il terremoto del 30 ottobre 2016, per una consegna di aiuti umanitari
raccolti dall’associazione sportiva di cui faccio parte. Da lì, altri viaggi si sono ripetuti nei mesi seguenti. È
nel coinvolgimento emotivo di quel contesto che si è instaurato un legame per me speciale con questo
paese. Ed è proprio per via di quel legame, che ho deciso che prima o poi ci sarei andato con mia figlia.
Quando ci sono stato con lei era Ferragosto; ma se dovessi consigliare un periodo, allora direi fra la fine di
maggio e la metà di luglio, quando potete vedere uno degli scorci più belli che si possano ammirare in Italia:
la fioritura di Castelluccio. Avete presente i film americani con gli indiani, in cui ad un certo punto da
un’altura si apriva la vista su praterie immense dove i cavalli pascolano e corrono indisturbati? Ecco. A
questa immagine, aggiungete un immenso tappeto colorato di fiori, e avrete la piana di Castelluccio. Con
mia figlia ci siamo trattenuti lì solo per qualche ora, giusto per un pranzo con amici sotto il tendone
montato dalla protezione civile. Ma se fossimo rimasti più tempo, avremmo sicuramente provato una delle
attività più belle da fare se ci si trova lì con bambini al seguito: la passeggiata a cavallo.
Dopo pranzo siamo rientrati a Norcia. Passeggiare per il centro storico è un colpo al cuore: la bellezza unita
ai segni della violenza del terremoto raggiungono il suo apice nella facciata della basilica di San Benedetto,
unica parte della costruzione rimasta intatta.
Dedicare quindi un weekend alla scoperta di questi luoghi magici insieme ai vostri bambini, è
assolutamente fattibile. Potete raggiungere Norcia il sabato (e già la bellezza della strada per arrivarci,
qualsiasi sarà la vostra provenienza, giustificherà il viaggio) e trascorrere il pomeriggio passeggiando per il
centro. Cenare e dormire sempre a Norcia, e la domenica mattina salire di buon’ ora verso Castelluccio,
dove poi fermarsi a pranzo in uno dei ristoranti del paese che ancora resistono allo spopolamento (in
questo caso turistico).
Quindi -riassumendo- ecco qualche consiglio su cosa fare a Norcia e Castelluccio con i vostri bimbi:
-passeggiare per Norcia fino a quando non ci si stanca; a quel punto, cercare un panino con la porchetta, o
in alternativa un tagliere di salumi ed un bicchiere di rosso. Fortunatamente, la ricerca non risulterà difficile
per entrambe le opzioni.
-se siete in una bella giornata estiva, o anche tarda primavera, a 10 minuti dal paese c’è la possibilità di fare
rafting anche con bambini, purché superiori a 3 anni: io non ci sono andato ma il posto è strarecensito, e la
prossima volta che sarò in zona con la zia ci vado sicuro. (Gaia Rafting, www.asgaia.it)
-cenare in uno dei ristoranti di Norcia. Tanti di loro dopo il sisma sono stati delocalizzati, e cioè ricostruiti
intorno alla città. Il fatto che per tutti sia stato seguito il medesimo progetto fa sì che possano all’apparenza
aver perso personalità. Entrandoci, invece, vi accorgerete subito del contrario. La voglia che hanno queste
persone di ripartire è enorme, ed ovunque andrete l’entusiasmo che vi accoglierà sarà qualcosa di
contagioso.
-ammirare dall’alto la piana di Castelluccio, specie se nel periodo della fioritura.
-andare dove ora purtroppo c’è quello che rimane del borgo, per acquistare direttamente dai pochi
produttori rimasti dei prodotti locali; a partire -ovviamente- dalle famose lenticchie.
-perdersi fra i colori della piana a fare foto. Giocare con i vostri bambini ad imparare a distinguere i fiori che
crescono ovunque. Fare una passeggiata a cavallo, asino o mulo. (www.lamulattiera.it)
Giusto per la cronaca -visto che mi ci sono trovato benissimo- a Norcia ho mangiato al ristorante Nemo, e
ho dormito all’ostello “Il Capisterium”. Considerate che anche a Castelluccio c’è la possibilità sia di dormire,
che di mangiar bene.
Detto questo, concludo con un pensiero. Una riflessione che avevo scritto sul mio facebook l’ultima volta
che sono stato a Norcia, circa un anno e mezzo fa.
“Norcia, pian piano, sta ripartendo. I suoi abitanti non hanno mai mollato, e non molleranno mai.
Nonostante tutto. In una città a forte vocazione turistica, iniziano a vedersi riaprire i primi ristoranti
delocalizzati; inoltre un’intera via è stata dedicata alle altre attività, come bar e negozi, ai quali il terremoto
aveva tolto la possibilità di avere un luogo dove continuare ad essere.
C’è sempre ancora tanto da fare, però. Perché ancora oggi, ancor più che di cose materiali Norcia ha
bisogno di un elemento per tornare alla normalità: le persone.
Sabato mattina, mentre passeggiavamo per il centro storico, Alberto ha detto: “prima del terremoto, in un
weekend come questo, nel punto in cui siamo ora quasi non si poteva camminare dalle persone che
c’erano”. E li ho notato che non era la prima volta che sentivo pronunciare una frase del genere.
Se avete ancora un viaggio da programmare, pensate a Norcia. Non c’è bisogno che portiate nulla oltre alla
vostra presenza. Passeggiate per il paese, occupate i tavolini fuori dai locali, comprate qualche prodotto
locale, sorridete alla gente, riempite la piazza.
Che poi, tutto il resto, arriva.
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