Siamo da poco entrati nel 2020 ma per certi aspetti siamo 100 anni indietro. Mi riferisco soprattutto al
settore Papà e affini; un papà che sta con i propri figli (e perché no, anche con quelli degli altri) viene
visto come una figura mitologica.
SPOILER: i papà che stanno con i figli esistono e sono molti di piu di quelli che immaginate, ed è la cosa
più naturale che possa esistere.
Infatti le cose che io ritengo “normali” vengono viste come delle cose da marziani: un papà che gestisce la
quotidianità senza l’aiuto di mamma suscita sempre molto scalpore.
Mi sono sempre sentito dire “ma che bravo papà” ma sotto sotto pensavo fossero frasi di circostanza: e
invece sono quelle idee che nascono col confronto con gli altri, avere un altro punto di vista delle cose ti
apre un mondo!
Ho due figlie di 5 e 3 anni che sono fantastiche, le adoro per come stanno crescendo!
Camilla (5 anni) è il classico maschiaccio: salta, corre, urla ed ha la tendenza ad arrampicarsi ovunque;
Clarissa (3 anni) è tutta una coccola e vuole sempre stare in braccio ma sotto sotto è una testa dura, è
difficilissimo farle cambiare idea quando si mette in testa qualcosa!
Il primo vero contatto con la paternità non è stato quando ho preso in braccio per la prima volta Camilla,
bensì quando mi son ritrovato da solo io e lei. La mamma aveva un corso, mi ha consegnato l’infante di
qualche settimana dormiente nel passeggino e tutto il necessario per la sopravvivenza. Vi giuro che il mio
primo pensiero è stato: “e adesso sono cazzi miei!”.
Per la prima mezz’ora è filato tutto liscio, poi ho visto muoversi prima il piedino, poi l’altro, poi un
braccio, poi l’altro…e poi è partito un urlo stile sirena che penso che l’abbiano sentita per tutto il quartiere..
Provavo a calmarla ma: il ciuccio no, il giochino no, stesa no, al buio no, alla luce no, in braccio no, sul
passeggino no. Ero ormai disperato, mestamente sono tornato dalla mamma che ha sfoderato l’arma
segreta: la tetta!
Col tempo poi ho imparato a gestire tutto: cambiavo pannolini in tempi record, il ruttino non era un
problema e tutto man mano è diventato più semplice.
Poi sul piu bello che tutte queste cose erano passate, è arrivata Clarissa. Ma dalla mia avevo un bagaglio
di esperienza non indifferente.
Ho aperto la pagina su Istagram papaallarrembaggio perchè in tanti si meravigliavano di quello che
facessi, ma io ho sempre risposto alla stessa maniera:”sto facendo il papà!”
Racconto di squarci di vita quotidiana: dal risveglio mattutino, ai giochi durante il giorno, all’aiuto delle
mie bimbe nella preparazione del pranzo o della cena, la messa a nanna ecc… Tutte attività normalissime
che fa qualsiasi genitore papà o mamma che sia, solo che lo io lo faccio in maniera un pò ironica, e
soprattutto con una colonna sonora che spacca i culi! Eh si, perché essendo appassionato di musica faccio
un sacco di stories con della musica con i controcazzi! Non mancano ovviamente i momenti ludici e le
gite fuori porta (le mie preferite).
Il modo di vivere la paternità sta cambiando, e tutto il sistema si sta adattando a questo cambiamento: si
iniziano a vedere i fasciatoi (finalmente) anche nei bagni dei maschietti, onde evitare “missioni” nelle
toilette delle signore con immancabili occhiatacce, c’è in generale più consapevolezza nel modo di vedere
la paternità al giorno d’oggi senza rimanere incastrati in schemi arcaici.
Qualcosa si sta muovendo, anche grazie ai social.
Instagram è un mezzo potente e in rapida evoluzione, grazie al quale ho conosciuto barpapà dove tutti i
papà possono scambiarsi consigli, opinioni su tutte le tematiche che riguardano la paternità.
W i papà!
Di Papà all’arrembaggio
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